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La situazione attuale italiana e degli italiani

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Messaggio  v.mazzotta Mar 29 Apr 2008, 12:15 pm

Ho visto il film Tutta la vita davanti.

Una vergogna per le persone che sono costrette ad essere precari.

Una vergogna per gli speculatori non imprenditori

Una vergogna per i sindacati oramai inutili e da ripensare soprattutto guardando al passato

Una vergogna per le Istituzioni

Una vergogna di un Paese che oramai di civile ha solo qualche marionetta che lo ripete continuamente nell'incantesimo dei media italiani senza contraddittorio.

Non riuscire a comprendere che il Paese Italia e' scomparso, mentre tutti erano intenti a correre non si sa dove e perche' verso un consumismo sfrenato che svuota di significati la vita delle persone.

Altri si impossessavano dei diritti del nostro Paese e dei cittadini che lo compongono.

Non comprendere cio', e' condannare i propri figli ed anziani (compresi noi) ad una vita di stenti nella non speranza che cio' cambiera'.

Questo non e' il mio Paese, quel Paese per cui lottarono i primi unificandolo ed i secondi liberandolo dal nazi-fascismo dallo sterminio degli ebrei, dai contadini morti in trincea nella prima guerra mondiale e nella seconda guerra mondiale in Russia con le scarpe di cartone ed i vestiti estivi.

I morti che nella seconda guerra mondiale si ribellarono andando liberamente sulle montagne e nei campi per cambiare il nostro paese ci piangono.
Piangono la paura di italiani impauriti da un NON futuro, da una televisione che li definisce sostituibili nel lavoro ma anche nella societa'.

I media e le caste hanno la colpa di questo Paese a picco senza piu' nessun valore se non durante incontri pubblici, ma quasi mai applicato nella realta' salvo eccezioni (i propri cari).

I diritti sono dei cittadini italiani, dei lavoratori, TUOI. Rinunciarci per paura e' NON VIVERE.

La vita ha nella sua essenza il rischio di non essere un "vincente" (parola dalla semantica ignota a livello socio-affettivo-economico), l'unica cosa che rimane al termine della propria vita e' pensare di averla vissuta, di aver lottato per i propri ideali, i propri diritti, i propri cari che nessun altro uomo o ente puo' sottrarci.

Uomini e donne italiani riappropriatevi dei vostri diritti. Manifestate il vostro pensiero la vita va vissuta e i diritti vanno difesi altrimenti siamo nel medioevo.

Spero che l'appello venga accolto da parte di chi e' piu' tutelato nel lavoro e dia una mano ai propri figli, nipoti oltre che ai propri padri.

Se il Paese non si ferma per piu' giorni, con uno sciopero generale, eliminando almeno le forme estreme di contratti temporanei ed aumentando per questi le indennita' pensionistiche e gli stipendi non andremo da nessuna parte saremo destinati all'estinzione come Stato o all'egemonia di qualche altro Stato.

Hanno fallito i nostri genitori, ma ora stiamo fallendo noi italiani intesi come maggioranza della popolazione civile italiana.

Non comprendo perche' i ragazzi non siano stati svegliati dalle coscienze culturali di questo Paese. Una volta questa istituzione aveva il compito di iniziare ad aprire le menti delle nuove generazioni. Parlo della scuola, dell'elite culturale che spronava i governi a puntare sulla cultura, sulla conoscenza, sulla liberta' di pensiero senza arroccarsi in ciancerie ecclesiastiche (dal mio punto di vista) utili solo a chi e' credente inutili per la maggioranza degli italiani (basta osservare i vuoti nelle chiese, oramai mausolei di una religione appiattita alle necessita' delle caste divenuta molti secoli fa se stessa casta con pochi veri preti che cercano di dargli dignita').

Ho paura oggi del ritorno del terrorismo armato sia di destra che di sinistra. Ho paura che quando non si da rappresentanza ai partiti di estrema sinistra e destra si rischia che questi vadano fuori dalla politica a causa di mine vaganti o persone poco capaci di dialogare e molto di agire (non e' un attacco all'estrema sinistra e destra, e' un fatto gia' accaduto in passato, la storia si ripetera'?).

Spero che cio' non avvenga, lo spero per tutti i cittadini che ogni giorno creano ricchezza per questo Paese e per i cittadini che ci vivono, non hanno bisogno di altri problemi oltre agli innumerevoli che gia' abbiamo.

La violenza genera violenza, invece sottrarre denaro alla macchina dello stato e delle grandi industrie o ai supermercati questo si che e' il nuovo modo di pretendere i propri diritti. Loro sono legati al potere oggi identificato nel denaro come ieri.

I primi a dover fare un profondo esame di coscienza sono gli imprenditori piccoli e grandi che corrono dietro al profitto che deve avere sempre un trend positivo e pochissima qualita' del lavoro, formazione nel lavoro, sviluppo di competenze sul lavoro, sicurezza dei propri lavoratori. Le aziende hanno perso la posizione sociale che una volta gli apparteneva in quanto permettevano di stabilizzare la societa' a livello economico dando la possibilita' di vivere cercando di migliorarsi ogni giorno.

Assistiamo agli operai stranieri che si prostituiscono, alle ragazze dei call center che lavorano per 300 euro al mese trattate come schiavi e quando vengono sbattute fuori dopo il ricatto rischiano la prostituzione.

I sindacati incapaci ed arroccati su posizione incomprensibili. Incapaci di bloccare interi settori industriali per protestare contro questo sistema. Adattati al neo-consumismo che sta bruciado tutto e tutti i pochi valori oramai rimasti.

Sembra assurdo ma stiamo realmente in un incantesimo.

Manifestate, occupate le strade, reimpossessatevi delle vostre strade, comuni, regioni.
Riprendetevi i vostri diritti scippati senza che nessuno fiatasse anzi addirittura accordandosi sui tempi.

Chi e' sul territorio conosce le problematiche e probabilmente anche le soluzioni.

Bisogna ritornare in strada a manifestare, se si vogliono riprendere i propri diritti non solo come lavoratori ma soprattutto come esseri umani in una societa' giusta ed equa perlomeno migliore di quella attuale e possibilmente lontanissima dalle urla strindenti di quella futura che ci stanno per prospettare i signorotti della nostra Italia.

Ciao
Vincenzo
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