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Messaggio  lunabionica Sab 14 Giu 2008, 11:51 pm

Cari amici,



La battaglia contro il nucleare a favore delle energie rinnovabili come solare, eolico, maree, idroelettrico, geotermico, risparmio energetico, autosufficienza edilizia, agricoltura biologica e riduzione consumo di petrolio parte secondo me dal sostegno alla popolazione di Scanzano (100.000 lucani) che nel 2003 ha protestato per un mese contro la costruzione del megadeposito.

In questo articolo del prof. Giorgio Nebbia, emerito dell’Università di Bari, trovate elementi utilissimi per la nostra campagna.



Uniamo i nostri sforzi a quelli del movimento antinucleare lucano e diffondiamo l’informazione.

La questione etica, secondo me, è di importanza decisiva.



Buon lavoro e buona campagna per il NO al nucleare, Sì alle vere rinnovabili.



silvia terribili

Idv-olanda



P.S.

avete sentito le corbellerie che ha detto Berlusconi sul nucleare prodotto dalla scomposizione delle cellule?

http://it.youtube.com/watch?v=l8iFXd0bzz4



Giorgio Nebbia




No le scorie nucleari a Scanzano







La prima reazione alla protesta popolare contro il decreto governativo che impone la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi --- "opera di difesa militare di proprietà dello stato" --- in un giacimento sotterraneo di sale a Scanzano Jonico, reso noto giovedì 13 novembre 2003, è stata l'introduzione di un emendamento che prevede una sospensione del trasporto delle scorie e la nomina di una commissione di valutazione dell'idoneità del sito proposto.



Si tratta di una tecnica nota, basata sulla prevedibile "stanchezza", col passare del tempo, della contestazione. Nel frattempo è prevedibile che una indagine venga fatta con l'obiettivo di dimostrare che il sito di Scanzano è idoneo ed è l'unico accettabile in Italia.



Per poter sventare questo pericolo occorre che il movimento di protesta si attrezzi per una propria controinformazione per dimostrare i seguenti punti:



--- Non è vero che il sottosuolo di Scanzano ha un giacimento di sale idoneo a ospitare delle caverne, di grandi dimensioni.



Occorre vedere il progetto di insediamento in tutti io dettagli; supposto che si tratti di circa 80.000 metri cubi di materiali da stoccare, quali dimensioni sono previste per le caverne ?



Occorre un volume molto maggiore, probabilmente 200.000 metri cubi di caverne, per la movimentazione dei materiali, le linee di trasporto, le gallerie verticali di accesso alla superficie del suolo e i relativi macchinari, ascensori in grado di sollevare pesi unitari di decine di tonnellate, centrali elettriche per il sollevamento degli ascensori, condotte di ventilazione del calore in superficie, eccetera.



Dove è previsto lo stoccaggio dei materiali estratti dal sottosuolo ? Dovranno essere scavate centinaia di migliaia di tonnellate di argille per le gallerie verticali, di sale estratti per fare spazio alle caverne.



E' importante ricostruire la storia delle miniere di sale, a volta a volta considerate anche come discariche di rifiuti, come deposito sotterraneo di gas di petrolio liquefatto, ogni volta con grandi promesse di contributi finanziari e di occupazione. Utili informazioni nei siti Internet: .e



Secondo un progetto Sorim, riportato dai mezzi di informazione, il giacimento conterrebbe 15 miliardi (milioni ?) di tonnellate di sale e sarebbe stata prevista un'estrazione di 200.000 t/anno. Finora è stato estratto del sale ? quando ? con quali tecniche ? Vi sono documenti sulle prospezioni geologiche ? Quali informazioni si hanno su infiltrazioni di acqua nelle miniere ora inutilizzate ?



Presenza di vie di comunicazione ferroviarie, stradali e autostradali di accesso al sito. Vie di comunicazione necessarie per la movimentazione dei materiali di escavazione e per il trasporto dei contenitori dei rifiuti.



Congestione per il traffico di persone e commerciale fra Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Nord d'Italia e Europa.



Presenza di insediamenti umani nelle vicinanze. Quale superficie di rispetto, non abitata, deve essere prevista intorno al sito ? Se si adottasse il criterio previsto per le centrali nucleari, si tratterebbe di una zona di sicurezza di 16 chilometri (10 miglia); la zona di sicurezza intorno a Scanzano andrebbe più o meno da Siri a Metaponto.



Il sito di Scanzano è a 25 chilometri in linea d'aria dalla base militare di Taranto. Non si devono fare i conti con l'attuale momento di (relativa) distensione internazionale, si deve tenere conto di quali eventi terroristici o militari possono verificarsi in decine di migliaia di anni in futuro intorno al deposito..


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Messaggio  lunabionica Sab 14 Giu 2008, 11:53 pm

Che cosa significa "sicurezza" ? quali insediamenti sono ammessi e vietati ?





--- Previsioni di strutture di sicurezza contro possibili incidenti, atti vandalici, sabotaggi, atti terroristici o eventi militari. Le scorie nucleari contengono elementi che possono essere "appetibili" a organizzazioni terroristiche o criminali, a ricattatori, a paesi o gruppi che tentano di costruire delle bombe atomiche sia pure rudimentali partendo dai materiali fissili presenti in certe frazioni dei rifiuti radioattivi.



Un deposito di scorie presuppone strutture di sicurezza militari e di polizia efficienti, affidabili e di assoluta integrità per secoli. Almeno per l'immediato che cosa prevede il governo ? Quali garanzie di sicurezza esistono negli attuali depositi di scorie che dovrebbero essere trasferite a Scanzano ?



Tenere presente anche la limitata affidabilità dei servizi segreti e di informazioni --- dell'intelligence --- che così poca intelligenza e preveggenza ha dimostrato davanti a molti eventi catastrofici.



C'è il pericolo che vengano compromesse o limitate le libertà e i diritti individuali o quelli garantiti dalla Costituzione italiana, dalla futura costituzione europea, dal diritto internazionale ?



Considerazioni etiche nei confronti delle future generazioni che saranno condannate a vigilare su cimiteri di scorie radioattive che non hanno voluto, che un giorno non sapranno più neanche perché sono lì, accanto alla loro città e perché devono fargli la guardia, senza alcun vantaggio, solo per il capriccio, l'egoismo, l'avidità e la sventatezza di governi che sono vissuti nel ventesimo e ventunesimo secolo ?



E' la prima volta che si presenta questo problema etico; in passato sono state fatte azioni e opere --- distruzione delle foreste, modificazioni dei fiumi, dighe, cave e miniere --- che hanno avuto o possono avere effetti sulle generazioni future, ma mai con piena consapevolezza dei pericoli a cui vengono condannate le generazioni future e mai su questa scala e mai per tempi così lunghi.



Sugli effetti catastrofici di incidenti a depositi di scorie --- a parte quelli a centrali nucleari --- si rilegga il libro di Z. Medvedev, "Disastro atomico in URSS", pubblicato da Vallardi, sull'incidente (pur relativamente modesto) al deposito di Chelyabinsk negli Urali, con vasta contaminazione radioattiva di terreni e fiumi, con diffusione di malattie.





--- Confronto del progetto italiano con quello delle altre caverne proposte per lo stoccaggio delle scorie radioattive in altri paesi e motivi della contestazione di tali insediamenti.



Esame dei motivi che hanno fermato le relative realizzazioni.



Controllare la dimensione delle zone di sicurezza previste dalla normativa di altri paesi.



Informazioni sul progetto di utilizzare il grande giacimento di sale di Carlsbad, nel New Mexico, negli Stati uniti, come impianto pilota per l'isolamento dei rifiuti radioattivi, Waste Isolation Pilot Plant, si trovano nel sito Internet:



L'altro progetto negli Stati uniti riguarda la localizzazione del deposito delle scorie in uno strato di rocce vulcaniche nel sottosuolo di Yucca Mountain, nel Nevada. C'è un'ampia documentazione sulle indagini che durano da venti anni e che non hanno portato ancora all'autorizzazione dell'apertura del sito. Si vedano i siti Internet: e .



Quest'ultimo contiene il testo integrale del documento: "Site environmental report for the Yucca Mountain Project, 2002", PGM-MRGH-EC-000004 REV 00, il quale spiega con quale attenzione sono state condotte le indagini che pure hanno portato a riconoscere il sito non idoneo. Questo documento può essere utilmente consultato per verificare la superficialità della scelta del sito di Scanzano.



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Messaggio  lunabionica Sab 14 Giu 2008, 11:55 pm

ultima parte dell'articolo del prof. Giorgio Nebbia

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



In Germania come deposito di scorie radioattive è stato utilizzato temporaneamente un giacimento salino sotterraneo a Morsleben, nella ex-DDR, chiuso nel 1991 dopo l'unificazione della Germania.



Nella Germania occidentale le attività di ricerca sono state concentrate su Gorleben, nella Bassa Sassonia, per il quale si può consultare il documento a cura del Council for Nuclear Fuel Cycle nel sito Internet:



Sul controverso deposito russo di rifiuti nucleari, soprattutto di plutonio estratto dalle bombe atomiche, nello stabilimento di Mayak, negli Urali, vicino alla già ricordata e disastrata città di Chelyabinsk, si veda il sito Internet:



Giacimenti temporanei di scorie si trovano negli impianti di ritrattamento del combustibile irraggiato a La Hague, in Francia, a Sellafield, in Inghilterra; un deposito temporaneo si trova anche a Wylfa in Scozia.



Un importante rapporto sulle precauzioni che devono essere prese nell'esame di un possibile deposito di scorie radioattive è stato prodotto dalla Nuclear Energy Agency dell'OCSE e si può leggere nel sito Internet: .



L'esame critico di questa documentazione permette di controbattere le osservazioni dei tecnici governativi che esaltano le virtù del sito di Scanzano.





--- Conoscenze esatte della composizione chimica degli elementi presenti nei rifiuti radioattivi.



Troppo generiche le informazioni contenute nel sito .



Altre ionmformazioni sulle inchieste relative allo stato attuale deki rifiuti radioattivi in: , . Questlo secondo documento contiene le osservazioni dei servizi segreti Sismi durante l'inchiesta parlamentare sui rifiuti ("Commissione Paolo Russo") .



La suddivisione di rifiuti in seconda e terza categoria non dice niente; fra i nuclei radioattivi dei rifiuti di seconda categoria che devono essere tenuti segregati dalle acque e dalla biosfera per 10-15 mila anni ci sono sostanze diversissime.



Dettagliate informazioni sulla loro tossicità, oltre che radioattività.



Anche fra i nuclei radioattivi di terza categoria che devono essere tenuti segregati dalle acque e dalla biosfera per 150.000 anni e oltre ci sono sostanze diversissime quanto a radioattività e tossicità.



Previsioni della massa di materiali resi radioattivi per attivazione durante la permanenza nei reattori. Quale sarà il loro volume ? verranno sistemati tutti a Scanzano ? Ma allora quali ulteriori caverne occorreranno ?



Quanti e di quali tipo saranno i rifiuti radioattivi provenienti dal reattore abbandonato Superphenix che, per contratto, dobbiamo ritirare in quanto finanziatori per un terzo della costruzione del reattore, rivelatosi poi un fallimento.



Gli Italiani stanno pagando ogni giorno, con un sovrapprezzo sulla bolletta elettrica, il costo di questi errori, che nessun responsabile paga mai. Chi autorizzò il contratto con la società francese ?





--- La popolazione di Scanzano e vicinanze deve fare i conti con la probabile reazione del governo: se non volete le scorie a Scanzano dite voi dove dobbiamo metterle.



Si tratta di un altro vecchio trucco per mettere a tacere la contestazione o per coinvolgerla nelle commissioni e nelle decisioni. Sono i governi, nazionali, europei, internazionali, che devono fare i conti con l'eredità di scelte tecnico-economico-militari la cui insensatezza è stata denunciata da decenni.



La popolazioni --- attrezzandosi con adeguati strumenti di controinformazione e documentazione --- devono mettere in evidenza i motivi per cui ritengono che la loro sicurezza, la loro salute, l'ambiente circostante e le attività economiche possono essere compromesse da una scelta governativa.



Nel momento in cui ci si è avviati nell'avventura nucleare, in Italia e in tanti altri paesi, con la ferma opposizione di cittadini e di studiosi, si sapeva che il problema della sistemazione perpetua delle scorie sarebbe stato "il problema" per eccellenza. Il fisico americano Alvin Weinberg, uno dei grandi sostenitori dell'energia nucleare, disse chiaramente, nel 1972, che la scelta nucleare comportava un "patto faustiano"; si sarebbe potuto avere energia a condizione che la società che fa questa scelta sia in grado di garantire istituzioni stabili, sicure, capaci di fare la guardia con continuità, fedeltà e sicurezza per millenni ai depositi di scorie. A guardare il mondo non si vede proprio nessuna istituzione di questo genere.



Eppure le scorie ci sono e continuamente aumentano, fino a quando non si sarà deciso di fermare questa avventura. La sistemazione delle scorie probabilmente presuppone una grandissima attività di ricerca e di innovazione e accordi internazionali, una comunità internazionale di nazioni finalmente e veramente "unite", capaci di fare i conti con materiali e depositi che non devono essere aperti per 200.000 anni.





--- La resistenza delle popolazioni alle scelte sbagliate è contrastata dal governo con un'altra tecnica nota, quella di mettere una popolazione contro l'altra. Nel febbraio 2003 il governo aveva provato a indicare la Murgia come cimitero delle scorie, incontrando la ben motivata protesta della popolazione, fondata sulla idrogeologia di questo altopiano. Nel giugno 2003 il governo aveva provato con la proposta di mettere le scorie nelle miniere abbandonate del Sulcis, proposta respinta perché insostenibile.



Caduta questa proposta, e messe tranquille le popolazioni sarde, il governo ha provato con la Valle d'Aosta, anche qui con motivate opposizioni; nel novembre 2003 è passato alla Basilicata, dove ha incontrato un'altra vivace resistenza. Per mettere tranquille le popolazioni della Basilicata il governo ha lanciato altre proposte: una localizzazione in Sicilia, no in Toscana, no nel Lazio.



Per indebolire la resistenza della popolazione della Basilicata il governo è riuscito a trovare lodi e consenso a Caorso, in territorio leghista, che ha sollecitato, tramite i suoi uomini politici, il governo a approvare e sostenere il cimitero di scorie in Basilicata per liberarsi al più presto di 4200 tonnellate di barre di combustibile nucleare irraggiato finora conservato nelle "piscine" della centrale. Una brutta pagina perché anni fa tutta intera l'Italia è stata al fianco della protesta della popolazione di Caorso condannata a subire l'installazione della centrale nucleare. Come è cambiata l'Italia in trent'anni !



Le precedenti disordinate iniziative del governo mostrano la povertà politica e culturale che caratterizza le scelte governative in un così delicato campo. Disordine confermato dalla decisione del governo di modificare, sotto la pressione della popolazione lucana, il decreto promettendo di far fare altri studi e di rimandare il trasporto delle scorie per qualche tempo.



Questi episodi mostrano l'unica realtà delle lotte per la difesa della salute e dell'ambiente; si vince se si è uniti, si vince se si protesta, se si vuole sopravvivere. "Protest and survive".

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Messaggio  Nicola Pierobon Lun 30 Giu 2008, 6:30 pm

Italy's Nuclear Job

By HENRY SOKOLSKI

FROM TODAY'S WALL STREET JOURNAL EUROPE
May 30, 2008


The Italian government, whose public debt of €1.624
trillion is already the world's third largest, seems eager to dig
deeper. Last week, recently re-elected Prime Minister Silvio Berlusconi
made good on his campaign pledge to recommit Italy to nuclear power.
This seemed just the thing to address the country's rising oil and gas
prices and growing French electricity imports -- except for one thing:
Mr. Berlusconi's promised nuclear power plants are unlikely to ever be
built.

Why? Three reasons: skyrocketing construction costs;
projected build times of one to two decades; and no identifiable
Italian community willing to see a nuclear reactor built in their
neighborhood.

Are these dour antinuclear projections coming from the
greens? No, just the opposite. The latest industry estimate from E.On,
a German energy giant working on a large nuclear power plant in
Finland, puts the construction cost at €6 billion per plant. Florida
Power and Light, a major U.S. electrical utility, came up with a
similar number. That's easily 10 times the construction cost of a
modern gas-fired plant yielding the same amount of energy. These
numbers, it should be noted, only cover the plant's construction, not
nuclear waste management or plant operating expenses.

As Italy's premier from 2001 to 2006, Mr. Berlusconi
spent lavishly on public projects and repeatedly failed to meet
European Union budget targets. He now claims he will show financial
restraint.

Yet the managing director of Enel, the
government-backed firm most likely to build and operate the proposed
reactors, last week cryptically warned that in order to proceed, his
firm would need "new regulation and strong agreement on the plan within
the country" -- i.e., government guarantees, credits and subsidies.

It might be argued that some deficit spending now will
eventually pay off. In the case of nuclear power in Italy, though, the
odds are low. Why? Because it will take decades to find out. Italy has
not operated or built a nuclear power plant since it shut them all down
after the Chernobyl accident of 1987. This hardly augers well for
getting any nuclear program off the ground quickly or for operating
them without incident.

Nuclear enthusiasts gloss over this. Just last week,
Economic Development Minister Claudio Scajola told the Italian
employers' federation Confindustria that the Italian government would
lay the first construction stone for a new generation reactor within
five years. This sounds pretty good. Enel officials, though, were a bit
more cautious. They noted that it would take "seven to 10 years" before
they could actually bring a reactor on line. Their key Italian
competitor, Edison SPA, was more cautious still. It warned that "the
first station would have trouble becoming operational before 2020."

Finally, Italy's nuclear critics were openly
skeptical. The fourth-generation reactor that the Italian government
has pledged to build has not yet even been fully designed and thus
could take 20 to 25 years to bring on line. Bottom line: Italian
nuclear reactors won't be much of an answer to any energy problem Italy
will be facing for at least a decade or more. What energy supplies and
demand will be 10 to 20 years from now, as well as what energy will
cost, is anybody's guess. Certainly, Mr. Berlusconi and his government
will be long gone by then. On the other hand, the high costs and
political opposition to any specific nuclear construction site will be
politically significant and immediate.

Why, then, did Mr. Berlusconi make the nuclear
announcement now? Like the reduction of taxes on gasoline and diesel --
which Rome also announced last week -- it makes the government look
like it is doing something about rising oil and gas prices.

Energy experts, though, suspect something a bit more
sinister. The announcement could be part of a long-term effort by the
largest European utilities to push out smaller competitors by arranging
massive government support for large, expensive nuclear power programs.
Italians and Europeans can only hope that this speculation is simply
wrong.

The EU is supposed to encourage competition and the
elimination of government subsidies in the energy sector. It's never
had an easy time promoting this. France indirectly subsidizes its
nuclear program heavily. German supports for coal are just as
well-known. Germany's and France's subsidies of the Finish reactor
project that AREVA and Siemens are building, meanwhile, were recently
upheld by the European Commission against several complaints.

The worry is that the EU may end up repressing market
competition in the energy sector at the very time Europe will need it
the most. The EU, after all, claims it is dedicated to reducing carbon
emissions. The key to this is increasing efficiencies to reduce overall
energy demand and bringing on the most cost-effective of energy
technologies. No amount of planning can determine in advance how to do
this while reducing carbon emissions in the cheapest and quickest
fashion. Instead, the effective enforcement of market mechanisms is
Europe's best hope to guide it through the thicket of decisions -- such
as choosing between centralized and distributed electrical systems, new
versus old technologies, different sources of natural gas, etc.

It's conceivable that such a competition might favor
nuclear power in the future. However, given the EU's projected shutdown
of 145 reactors in the next 17 years, the likelihood of any net growth
in nuclear capacity in the EU will, at best, be many decades away. In
the meantime, Italy and Europe would be wise to stay away from energy
investments that no private bank would make without government support.
For the moment, that would have to include nuclear.

Mr. Sokolski is the executive director of the
Nonproliferation Policy Education Center, a nonprofit research
organization in Washington, D.C., and editor of "Falling Behind:
International Scrutiny of the Peaceful Atom" (Strategic Studies
Institute, 2008).


Fonte
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