CLI-Manifestazione al Senato,

Venerdi scorso si 'e tenuta una manifestazione Indetta dalla Federazione delle Colonie LIbere Italiane della Svizzera.

venerdì 7 novembre 2008
Convegno internazionale -
Integrazione: diritti, doveri
La partecipazione democratica dei migranti, strumento d'integrazione
Sala Capitolare della Biblioteca del Senato,
Piazza della Minerva, Roma (Italia).

Erano presenti un centinaio di persone, tra cui i delegati di una cinquantina di Colonie LIbere Italiane, alcuni rappresentanti eletti tra gli emigrati (di cui il sindaco di colore di Boudry, cantone di Neuchâtel, Fiammetta presidentessa del consiglio comunale di Zurigo . . . altri . . .), Soguel consigliere di stato del cantone di Neuchâtel e Thomas Facchinetti del Bureau des délégués aux étrangers sempre del cantone di NE.

Caludio Micheloni, senatore, eletto nella circoscrizione estero, e presidente della Fclis.

Hanno parlato varie autorita' tra cui Schifani (presidente del senato) Finocchiaro, un sottosegratario . . . saluti da parte di Napolitano . . .
A parte questi interventi alcuni dei quali piuttosto poveri o criticabili (quello del sottosegretatio) la manifestazione era indetta allo scopo di fare percepire al mondo politico italiano COME in altri paesi (in particolre la svizzera) avvenga il processo di intgegrazione degli stranieri.
Presenti anche i rappresentanti di diverse organizzazioni di stranieri in Italia.

Il dibattito era molto orientato al tema (chiave) dei diritti di voto attivi e passivi degli stranieri.

Nei post successivi cerchero' di sintetizzare alcuni degli interventi (tra cui il mio contributo).
Appena possibile e disponibile mettero' anche un link agli atti delo convegno.

Prima che me lo dimentichi, metto la sintesi del mio contributo al convegno (che spero verra' riprodotto negli atti del convegno).

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Il tema a cui stiamo riflettendo nel nostro Convegnio, coincide col quesito:

"I diritti civili, devono dipendere o essere legati alla nazionalita'?".

Contrariamente a quanto possa sembrare, il tema e' antichissimo.
L'imperatore Caracalla nel 212 dopo Cristo, promulgava l'editto che porta il suo nome e che estendeva l'insieme dei diritti e dei doveri dei cittadini Romani a tutti gli abitanti dell'impero.
Dal golfo persico alla Scozia, dal Marocco al mare del nord, indipendentemente da lingure, religioni, etnie o culture tutti erano "Cittadini romani".

L'imperatore Caracalla quindi, duemila anni fa, rispondeva con un chiaro NO al quesito in oggetto.

Nonostante la "globalizzazione" che permette ai capitali di spostarsi con estrema facilita' e senza passaporti, gli uomini invece (che in quanto lavoratori giocoforza devono seguire i movimenti di quei capitali), trovano continui freni e limitazioni al loro movimento. Ma non solo: una volta che si sono mossi, trovano limiti all'esercizio di diritti elmentari e della vita civile, come l'esercizio del voto attivo e passivo.

Dovremo aspettare un nuovo "Imperatore Caracalla" che ci permetta di uscire dal medioevo? . . . campa cavallo!

Pare poco probabile che questa sara' la strada moderna per risolvere il problema.

Vale la pena ricordare che persino nel Cantone di Neuchâtel (che durante la discussione di questo Convegno e' stato piu' volte citato come un luogo all'avanguardia rispetto all'intero panorama europeo), persino qui il diritto all'eleggibilita' e' stato ottenuto di recente e non per "Generosa intercessione dall'alto" ma per democratica iniziativa dal basso.
Lo so perche' (e lo dico con orgoglio) "io c'ero". Questo diritto, e' stato ottenuto due anni fa, grazie ad una legge di iniziativa popolare, il cui gruppo promotore si era costituito precisamente attorno ai tavoli di una trattoria, quella in Rue du Tertre a Neuchâtel: la trattoria annessa alla Colonia Libera Italiana. Li si era costituito il comitato promotore.

I partiti politici, poi, si espressero e presero tutti liberamente posizione rispetto a quella iniziativa di noi cittadini.
Ci fu chi ci disse che ci avrebbe sostenuto e poi lo fece, ci fu chi lo disse e poi non lo fece, ci fu chi ci disse che ci avrebbe contrastato e poi lo fece e ci fu anche chi lo disse ma che poi invece ci aiuto'.
Tutti i partiti si schierarono liberamente rispetto alla nostra iniziativa, ma l'iniziativa non fu loro, ma fu nostra.
Non ci fu nessun Caracalla-lungimirante, a portarci l'eleggibilita'.

In questo consiste, a mio parere, la vera modernita' ed il radicale superamento del medioevo: l'eleggibilita' degli stranieri, nel Cantone di Neuchâtel, fu il risultato di una democratica e civile iniziativa di cittadini.
La possibilita' di queste iniziative, eliminando il monopolio del potere legislativo, rende attivi e partecipi i cittadini e rende beneficio anche ai partiti politici restuendo loro l'originario e nobile ruolo: quello di "libere associazioni di cittadini" e non grette ed oscure organizzazioni finalizzate alla gestione del potere.

Ciao Leo,
ho letto il tuo intervento e mi é piaciuto. Per quanto possa valere una mia critica, ho solo trovato fuori luogo la citazione dell'editto di Caracalla. La societá di 2000 anni fa era troppo diversa dall'attuale per fare paragoni, e l'obbiettivo era quello di "romanizzare" e omologare popoli conquistati, annientando le differenze, al contrario di quello che vorremmo oggi.

Comunque ti ringraziamo per il consiglio, che seguiremo, di contattare il sen. Micheloni. Lo abbiamo personalmente conosciuto qui all'epoca della presentazione delle liste per l'estero ed effettivamente ci é sembrato piuttosto gagliardo (per quanto possa esserlo un rappresentante dell'establishment...)

Au revoir

Riccardo

Caro Riccardo,

So per esperienza che l'argomento di Caracalla (contrariamente a quanto ci si ptrebbe aspettare) e' opportuno ed efficace. Per questa ragione lo ho riutilizzato anche in questa occasione, di Roma.

L'efficacia la conosco per esperienza, perche' in occasione della legge di iniziativa popolare, quando si trattava di convincere per votare al referendum propositivo, con il quale poi la legge e' stata approvata (qui dove vivo), avevo in diverse occasioni usato l'argomento come apertura del mio intervento.

Nella prima di quelle occasioni ero un po' titubante, lo confesso.
Non perche' l'argomento non sia vero, ma temevo di apparire un po' troppo "intellettualistico", e la sala dove mi trovavo (La sede della Colonia Libera Italiana di qui) ed il pubblico, di certo mal si adatta ad argomenti "troppo sofisticati" ed a "riferimenti storico-arguti".
Eppure proprio in quella circostanza e con quel pubblico, mi sono reso conto che l'argomento e' calzante ed opportuno. Invece delle risate (che un po' mi attendevo) o qualche battuta scherzosa, nella sala (rumorosa all'inizio: il mio era l'intervento di apertura. La gente rumoreggiava tra i tavoli della trattoria) e' piombato il silenzio e l'attenzione e' cresciuta.
Nei giorni successivi (con mia sorpresa) in molti ripetevano l'argomento: "Caracalla lo ha gia' fatto . . . ". L'argomento girava di bocca in bocca convincendo gli scettici.
Lo stesso e' infatti accaduto a Roma.

Oltre a questa efficacia, ampiricamente verificata, l'argomento corrisponde a verita': I romani volevano assimilare ed integrare o, come dici tu, "uniformare" ? . . . bene: loro ci sono riusciti, . . . altri "moderni", con strumenti "alla Borghezio" o puttanate alla burlesconides. . . "col kazzzo" che ci riescono . . ..
Poverini: Cracalla si, loro no.
E' un fatto.

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Micheloni lo conosco da molti anni (e' di Neuchâtel) e da molto prima che nemmeno ci si sognasse che sarebbe diventato senatore. Inoltre e' il presidente della associazione delle Colonie libere italiane della svizzera (di cui io sono uno dei presidenti). Non lo ho votato nelle ultime elezioni (ho votato IdV) ma e' una persona intelligente e mi pare stia riflettendo su temi per noi importanti e che toccano i meccanismo della democrazia.

Citare l'impero romano sará efficace ma é fuori luogo. Era un impero, non una democrazia. Quella di roma antica é una storia di violenza, sopraffazione e omologazione culturale (forse é per questo che piace tanto negli USA). Poi, se stavi alle loro regole, potevi anche contribuire alla sua grandezza, ma non paragonerei tutto questo con le politiche migratorie di oggi, dove non ci sono imperatori, per quanto illuminati, che emanano editti.
In tema di libertá ed eguaglianza di diritti guarderei ad altri esempi (anche se mi rendo conto che possono essere meno efficaci...)

Piuttosto, mi interrogherei sull'efficacia che ha tenere un convegno di questo tipo alla sala capitolare del senato. Cose di questo genere non danno nessuna risposta e contribuiscono solo ad aumentare la sensazione di distanza tra le "istituzioni" e i cittadini, in barba a tutte le idee che ci siamo scambiati in questi mesi.
Il diritto di voto gli immigrati se lo conquisteranno lottando, come avete giá fatto voi in svizzera, mica grazie a questi convegni.

Riccardo